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I “FURTARELLI” SUL POSTO DI LAVORO
I “FURTARELLI” SUL POSTO DI LAVORO
In tempo di crisi e di disoccupazione le persone che hanno la fortuna di lavorare regolarmente si sentono un po’ privilegiate. Molte di queste, forse a causa di un fenomeno intrusivo, subìto e non voluto, di esame di coscienza, non si sentono però del tutto meritevoli del privilegio di cui godono. Il loro comportamento in molti casi risulta incredibilmente accomodante, generoso e collaborativo: non manifestano fretta alla fine del turno, non si lagnano...
di eventuali maggior carichi di lavoro, non si oppongono se gli viene chiesto di svolgere mansioni diverse da quelle previste dal contratto insomma si comportano più come fossero figli che dipendenti del proprio datore di lavoro. Tutti sappiamo però che “nessuno fa niente per niente” e allora viene da interrogarsi sul perché dei molti casi di tanta inspiegabile gratuita bontà. Dal punto di vista psicologico è noto l’arbitrario provvedimento inconscio preso per lenire i piccoli sensi di colpa: fare delle buone azioni. Il senso di colpa come un mostriciattolo roditore figlio della coscienza si stabilisce nel centro della mente e comincia a rosicchiare. Il suo alimento preferito è la luce degli occhi che man mano scompare e lo sguardo diventa evitante; successivamente rosicchia la serenità dell’individuo che progressivamente fatica a dormire, a concentrarsi, a rilassarsi, a divertirsi; poi inizia a rosicchiare l’autostima e il soggetto diventa nervoso, astioso con se stesso e progressivamente perde il piacere di prendersi cura di se. L’ego si rende conto del disastro e corre ai ripari: fare delle buone azioni per dimostrare a se stessi e agli altri quanto si è buoni e indispensabili. Nel mondo del lavoro una casistica di questo fenomeno non esiste, ma esiste la” vox populi” che è una modalità primitiva di tramandare informazioni, ma non per questo meno pregiata. L’essere umano sul posto di lavoro spesso si comporta come se avesse una doppia identità: la prima è quella dichiarata, quella che firma il contratto, elenca le sue credenziali e controlla la busta paga; la seconda è quella di un mini dittatore interno superfurbo che si auto legifera, stabilisce i risarcimenti che gli spettano e le modalità con cui attuare il piano che gli rende giustizia. Quello che sanno fare certi dipendenti sorprenderebbe anche il branco di volpi più scaltre. Sul posto di lavoro il superfurbo è in grado sottrarre, come una formichina, montagne di piccoli beni: minuterie per la casa, per l’ufficio, per il fai da te, prodotti di bellezza, prodotti per la cucina, per il giardino, per l’abbigliamento della persona, giochi e svago, passatempi, prodotti alimentari. Accompagnatrici, badanti, colf, giardinieri che trasportano sistematicamente in bottigliette di succhi di frutta il fabbisogno giornaliero dei vari prodotti che usano durante il loro lavoro. Cassieri che sottraggono sistematicamente piccole somme dalle casse ed altre simili. Il fenomeno da luogo ad una migrazione illecita giornaliera di dimensioni inimmaginabili, meno male che c’è il senso di colpa che risarcisce un pochino in qualche modo il danno in essere
Dott:ssa Elisabetta Vellone.