molto società giorno fenomeno senso sempre umano quando prima umana incontro crisi anche tempo esperienza stato propria mondo possibile cookie scuola condizione giovani figli soprattutto personale mentale nella delle bambini essere genitore nostro dello mente lavoro propri grande tutti psiche capacità persone sociale proprio persona nostra parte famiglia altri Lavoro
…..lo so DOVREI cambiare, ma è più forte di me, sono fatto/a così!
…..lo so DOVREI cambiare, ma è più forte di me, sono fatto/a così!
Abbiamo ragione di credere che questo pensiero pregno di impotenza e rassegnazione, prima o poi, transiti nella mente di chiunque, ma è noto che in molti individui può essere costantemente presente. In molte circostanze quando soffriamo, quando disfunzioniamo, quando il nostro modo di essere e di fare risulta sconveniente e negativo per noi stessi e per gli altri si accende il desiderio/esigenza di cambiare, ma come già detto: cos’è il cambiamento e come si fa ad ottenerlo? Sembrerà semplicistico, ma per cambiare è necessario ... operare la stessa manovra eseguita per crearci il problema/disagio che lamentiamo avvalendoci però di obiettività onesta e scrupolosa oltre ad una minima conoscenza come quella che tentiamo di promuovere in questa sede. A questo punto delle premesse è giunto il momento di dire: armiamoci e partiamo. Cosa è opportuno portare con noi? Un atteggiamento mentale umile, onesto e propositivo; una buona dose di critica ed autocritica; il criterio di logica e di consequenzialità; il prezioso tridente –vedi gli articoli precedenti sul funzionamento mentale-; Porteremo in memoria i nuclei di presunzioni nevrotiche da confutare: concetto di dovere, generalizzazioni, drammatizzazioni, assolutizzazioni, estremizzazioni; porteremo anche i valori universalmente riconosciuti ai quali riferirsi: sopravvivenza e benessere interiore; porteremo l’ABC, carta e penna. Per quanto riguarda l’abc si tratta di uno strumento estremamente semplice che ci consente di rappresentare graficamente il problema che intendiamo affrontare ed i passaggi opportuni per procedere. In dettaglio: A sta per: acthiving event –ovvero: evento attivante; B sta per: belife sistem – ovvero: sistema di convinzioni; C sta per: consequensis- ovvero: conseguenze emotive e comportamentali. Semplificando:
A B C
- (evento) (pensieri) (emozioni)
-------------------------------- ------------------------------ ------------------------------
-------------------------------- ------------------------------ ------------------------------
-------------------------------- ------------------------------ ------------------------------
Nella prima colonna descriveremo l’evento che scatena o ha scatenato il nostro disagio;
Nella seconda, i pensieri che facciamo circa l’evento A;
nella terza descriveremo le o la emozione negativa che proviamo ovvero ciò che chiamiamo il problema: di ansia, di colpa,
di depressione o di rabbia.
Generalmente gli esseri umani elaborano nel seguente modo: sto male ( C ) perché mi è accaduto A
es: sono inc….furibonda/o (C), perché mi hanno distrutto l’automobile ( A ) appena ritirata dall’autosalone;
Detta attribuzione automatizzata di responsabilità a qualcosa, o a qualcuno del disagio che proviamo, avviene senza che ce ne rendiamo conto e per di più rafforzato dai commenti (credenza comune) degli altri che confermano la consequenzialità dell’accaduto e che riconoscono e condividono l’inevitabilità del disagio, ma ciò è un falso perché le cose non stanno così. Se ciò fosse vero, se fosse vero che la nostra sofferenza è dovuta agli eventi spiacevoli che ci capitano allora significherebbe che gli eventi hanno il potere di farci stare male o farci stare bene e questo è perlomeno assurdo! Prendiamo l’evento “macchina incidentata” al quale il soggetto dell’esempio attribuisce la colpa del suo star male, immaginiamo di trainarla dal carrozziere per fare la riparazione ed immaginiamo che questi proprio in quel momento non aveva lavoro da svolgere e che alla vista del lavoro in arrivo intimamente gioisca e ringrazi la Divina provvidenza allora, l’evento “macchina incidentata” è un evento buono o un evento cattivo? È la manna dal cielo del carrozziere o la disgrazia dell’automobilista? Ovviamente ne l’uno ne l’altro, ma semplicemente un’auto non in grado di circolare a causa di una serie di danni riportati. Ma allora se le nostre emozioni negative (ansia, colpa, depressione, rabbia) non sono dovute a ciò che accade, a cosa sono dovute? Osservando l’ABC si nota che nel pensiero spontaneo viene trascurata la zona B, ovvero la zona dei nostri pensieri sull’evento. E’ proprio il nostro modo di pensare circa l’evento che determina i nostri ( C ) emotivi e comportamentali; Siamo noi e solo noi che con il nostro modo di pensare determineremo il nostro star bene ed il nostro star male. Scopriamo il nostro personale potere di cambiare! Nel prossimo intervento indagheremo sui vari intimi passaggi mentali del processo di pensiero e sulla logica della risposta emotiva soggettiva. Sarà opportuno per l’interessato tenere presente l’intero pacchetto di psicoeducazione circa il funzionamento mentale per approdare con soddisfazione agli imminenti interventi/esercizi finalizzati al cambiamento.
Dr.ssa Elisabetta Vellone