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Stavamo meglio quando stavamo peggio?
Stavamo meglio quando stavamo peggio?
Il mondo del lavoro oggigiorno è a pieno titolo parimenti popolato da uomini e donne. La donna sta dimostrando di essere perfettamente in grado di svolgere quei ruoli che un tempo sembravano esclusività maschile. Onestamente dobbiamo riconoscere che in molte circostanze la donna può essere preferibile al collega maschietto; essa è più tenace, più incline al sacrificio, più impegnata nello studio doti queste che le consentono di ottenere con maggiore probabilità i risultati che le stanno a cuore. Di conseguenza temi come esigenza di autonomia, libertà, carriera, occupazione e disoccupazione sono “titoli di testa” per gli uni come per gli altri. Questo fenomeno, ... sulla carta, non fa una piega è una delle tante pagine scaturenti dal processo di evoluzione e cambiamento sociale, ma nella realtà, cioè in quello spazio delle relazioni umane dove si intersecano magnificamente: sguardi, linguaggio verbale e non verbale, emozioni, sentimenti, intenti, la dove le persone (per usare un termine del momento) si connettono con i propri simili, c’è perplessità e smarrimento, quasi un’atmosfera di lutto. La donna è cambiata: ha imparato a bestemmiare, ha imparato la volgarità nel parlare e nell’agire, ha imparato ad aggredire ad essere spietata per ottenere vantaggi, ha imparato a Bere a sballarsi, a derubare i vecchietti, a spacciare, ha perso poesia e pudore. La donna ha imparato ad usare ed abusare del potere, sa essere tirannica e determinata, spietata. La donna si sta appropriando di tutte quelle caratteristiche che un tempo si ascrivevano agli uomini peggiori, quelli cattivi! La donna ha tradito se stessa. Ha rifiutato il titolo di regina della casa. Ha rinnegato la sua femminilità, la dolcezza, ha abbandonato quella delega speciale ad amare incondizionatamente ed educare i figli all’amore. La donna ha abbandonato il focolare che non è più luogo di rifocillamento, amore e consolazione, ha abbandonato i figli, ha abbandonato anche l’uomo. La donna non ama, calcola tutto, pianifica freddamente per avere….avere….avere, ma cosa? La donna aveva tanto e non se n’è accorta, né si è accorta di quanto fosse indispensabile e quanto riuscisse a dare agli altri. Le pagine della realtà quotidiana sollevano un dubbio: ma è questa l’evoluzione? Evolversi non vuol dire migliorare la qualità della vita? Può quanto sopra essere considerato miglioramento? Forse stavamo meglio quando stavamo peggio!
Dott.ssa Elisabetta Vellone