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Lavoro buon senso e Dignità
Lavoro buon senso e Dignità
Un giorno scrissi al nostro Presidente Del Consiglio per chiedergli udienza e proporre un’idea. L’idea era istituire un nuovo ministero con una particolare competenza quella relativa alla componente emotivo/affettiva della vita dei cittadini, proposi anche un titolo: Ministero del Buon senso e della Dignità. Non ho ottenuto ne udienza ... ne alcuna risposta, ma resto dell’idea che urge prendere coscienza del grande disagio da sentimenti negativi che regna in molti ambiti del nostro quotidiano: dall’intimo della persona, ai nuclei famigliari, agli ambienti di lavoro, gli ambienti della formazione e dello studio quasi ovunque. Le persone accusano un alto tasso di sofferenza contemporaneamente ad una certa rassegnazione passiva o tendenza all’aggressività. Il valore della dignità personale e il prezioso buon intento stanno per essere abrogati. Le azione dell’uomo sono sempre più raramente dettate dal buon senso – o senso del buono- delle cose. Tutto pare diventato lecito, basta guardarsi intorno o seguire la cronaca, ognuno si riconosce la libertà di fare qualunque cosa senza alcuna dignità. Aumentando il clima generale di sfiducia, pericolo e precarietà. In questa società caratterizzata da un andamento da “corsa ad ostacoli” non c’è spazio per tutti, solo quelli più attrezzati, più caparbi e più fortunati restano in corsa, gli altri si perdono, si ritirano comunque non interessano nessuno. Il mondo del lavoro con le sue rivoluzionarie trasformazioni, con l’aggravante della crisi economica e la scorporazione dei veri valori della vita, produce un’alta percentuale di soggetti a rischio poiché pervasi ed afflitti da grandi disagi interiori e disorientamento. La nostra è una società fondata sul lavoro ,ma il diritto al lavoro risulta sbiadito e paradossale se non si ha coscienza che il lavoratore è, innanzitutto, una persona.
Dr. Elisabetta Vellone