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Degrado – crisi – disoccupazione
Degrado – crisi – disoccupazione
Ogni persona in grado di intendere e volere si sarà accorta che, pur essendo un’emergenza sociale, raramente le persone parlano fra ... di loro di lavoro, di disoccupazione, del dramma della precarietà, del sonno in cui versano le politiche di sviluppo e l’esigenza di produrre occupazione, produttività e crescita. Potrebbe anche sembrare retorico, ma non si può smettere di rimanere vigili, critici e coscienti pensando all’incuria, al danno morale, materiale ed esistenziale di cui è vittima indifesa ogni cittadino disoccupato e svilito di questa nostra società. Si rischia seriamente di perdere il rispetto di se lasciandosi travolgere dalla penosa realtà schizoide imperante. Si respira malessere e malevolezza ovunque. Tutti i capisaldi della società civile, nella persona delle varie istituzioni dall’istituto famigliare fino a quelli governativi, sono debilitati e poco capaci di assolvere ai loro compiti, poiché la malattia degenerativa che ha colpito il sistema, e la mente umana, assorbe ogni forma di energia e rende incapaci di intendere e volere mentre. Sotto l’apparente indifferenza dei più si consumano ogni giorno episodi gravi di violenza di ogni tipo, ma violenza significa sempre inciviltà, distruzione, degrado, odio, separazione, nonché paura e fragilità. In questa maxi nevrosi sociale istigata dal materialismo imperante, il Lavoro, quale prima e più nobile azione umana capace di coniugare prestigiosamente l’uomo con il suo universo fondendone proficuamente “ sacro e profano “, è stato deturpato, svilito, abusato promuovendo la cultura del “guadagno facile” e quella del “dritto”. Ora abitiamo una società formata da un popolo di furbetti, di dritti e di disperati, sempre meno capaci di guardare oltre il proprio naso, ma uniti in un’acredine ed una tristezza di fondo che non risparmia quasi nessuno: ognuno come minimo risulta scontento di se e delle cose che lo riguardano; sarà opportuno per l’uomo rispolverare i valori veri della vita e riaccendere il cuore e la propria intelligenza cercando, anche e soprattutto nel meraviglioso mondo del lavoro, di riattivare i sentimenti di amicizia, di alleanza e collaborazione, di colleganza e rispetto del prossimo i soli capaci di realizzare il senso di appartanenza e l’appagamento personale di cui ognuno ha bisogno per ritrovare il senso del proprio esistere.
Dr.ssa Elisabetta Vellone