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I leoni di carta ovvero la dipendenza psicologica
I leoni di carta
ovvero la dipendenza psicologica
Il costrutto mentale della personalità dipendente è riconducibile ad un nucleo irrazionale (convinzione di base) secondo il quale il soggetto ha stabilito arbitrariamente, all’interno del proprio codice personale, la seguente legge: “io da solo/a non ce la faccio e ho bisogno di qualcuno per: ... vivere, essere, fare, decidere, scegliere ecc. ecc.” Detta legge personale auto schiavizzante, sostenuta da una presunzione nevrotica, negativa e disfunzionale, obbliga il soggetto, senza che se ne renda conto, a stabilire reiteratamente rapporti interpersonali (e non) di tipo dipendente. In pratica il soggetto dipendente si pone come “braccio” nei confronti del partner che ha funzioni di “mente”. Poiché caratteristica tipica della natura umana è che nessuno fa niente per niente viene subito da chiedersi, ma cosa ci guadagna la mente? Perché si porta dietro quel fardello di incombenze quotidiane? Generalmente, nei rapporti di dipendenza, il dominante o la mente, essendo a sua volta schiavo di un’altra presunzione nevrotica del tipo: “io sono speciale, superiore”, realizza il suo delirio di onnipotenza nel senso che si sente potente, indispensabile e indiscutibile. E così nel felice connubio nevrotico si da il via alle danze. Sappiamo di uomini manipolati, assoggettati, usati, strumentalizzati e spesso resi ridicoli sotto le grinfie di una partner spietata ed egoista o peggio soggiogati e sfruttati dal se dicente “amico del cuore”; Sappiamo anche di quelle donne umiliate, maltrattate, svilite e sfruttate dal “padrone di turno” o dall’amica despota e vi peretta. Sappiamo anche di tutta un’altra vasta gamma di forme di dipendenza che apparentemente sembrerebbero meno squalificanti per l’IO, ma che in realtà sbocciano dallo stesso albero: dipendenza dal giudizio degli altri; dipendenza dalle mode; dipendenza dal gioco; da internet; dal cellulare; dipendenza dal fumo, alcool, droghe e quant’altro. Relativamente a quest’ultime forme citate la funzione di mente appartiene ai grandi burattinai delle leggi del consumismo. Il soggetto dipendente è talmente terrorizzato dall’idea di doversi gestire da solo e promuovere una propria identità che accetta qualunque condizione e a qualunque prezzo, spesso, senza prenderne coscienza per tutta la vita. Sperando che appartenga solo ad una piccola minoranza quella velata rassegnazione che spesso evince da frasi come: “ è, be’ che ci possiamo fare, siamo fatti cosi”! Poiché non siamo affatto fatti cosi, ma abbiamo imparato a funzionare cosi. Le radici di detta devianza cognitiva, la dipendenza, affondano le loro radici sempre li in quel terreno famigliare qual è l’educazione. E’ compito dei genitori instillare quotidianamente le giuste dosi di autonomia, di fiducia nelle proprie capacità, di conferme e di segnali di considerazione del bambino come persona. Da quando il genitore ha smesso la sua sacra funzione preferendo formule più comode quali: amico dei figli o proprietario dei figli lo sviluppo di personalità dipendenti è divenuta una prassi.
Dr.ssa Elisabetta Vellone