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Managment ed effetti collaterali
Managment ed effetti collaterali
Mai come in questo ambito è doveroso gridare: l’uomo ha dimenticato se stesso! Lo spirito aziendale è in fibrillazione parola d’ordine : modernizzazione e cambiamento. I termini modernizzazione e cambiamento insinuano l’esigenza di sostituire le vecchie e superate ... modalità e politiche aziendali, dove c’era da una parte la mente -il potere- e dall’altra il braccio – il dipendente-, con delle nuove formule magiche che promettono autonomia nel lavoro, successo e benessere a tutti gli uomini di buona volontà. La nuova filosofia dichiara di promuovere il dipendente collocandolo da subito in un nuovo ruolo di maggiore prestigio ovvero: imprenditore di se stesso. Come è noto “imprenditore”sta per colui che imprende, che inizia, che decide ed è il responsabile e promotore di una impresa atta a produrre beni o servizi allo scopo di realizzare utili. Il dipendente che si sente imprenditore di se stesso, ad livello più o meno cosciente, si attiva, è bramoso di esercitare l’ agognato potere e ruolo di comando per produrre velocemente i suoi risultati! Non vede l’ora di collocarsi nel ruolo dove è implicita la libertà decisionale e l’autonomia che suggeriscono la carriera sicura, la piena realizzazione personale, successo e agiatezza e per giunta al ritmo che si preferisce.
In realtà la nuova filosofia è, sotto alcuni aspetti è ambigua , paradossale e ricattatoria. Vediamo come ciò accade. Ad esempio: tutto dipende da te, dalle tue capacità, ognuno deve sentirsi libero di agire liberamente, di portare nuove idee e costruire il proprio benessere, cosa che porta il dipendente a coinvolgimenti sempre maggiori, a responsabilizzarsi sempre più, ma in realtà è
l’azienda che stabilisce obiettivi e calendari irrevocabili nonché i risultati da raggiungere assolutamente non scelti dal neo-imprenditore. Pena: il fantasma del licenziamento. Con la crisi economica in corso e il fenomeno dei licenziamenti e riduzione del personale si è realizzato nel mondo del lavoro un meccanismo ricattatorio impercettibile quanto efficace, dall’ottica aziendale, che consiste nella dovuta gratitudine del non licenziato il quale sente il dovere di dimostrare che hanno scelto bene, che merita di occupare il suo posto ed accetta riconoscente il sovraccarico di lavoro a cui è sottoposto. Il neo imprenditore è immerso nel suo ruolo: lavora, lavora, lavora, deve produrre, deve, deve, deve, tutto dipende da lui! Non può sbagliare. Non può perdere quell’occasione! Intanto si è dimenticato di se stesso, la sua autocritica si è smagliata. I suoi colleghi? Potenziali rivali. Trascura affetti ed amicizie, non dorme, è irascibile, teso, accusa un calo di desiderio su vari fronti; è frustrato in quella presunta gestione in autonomia che in realtà non è nient’altro che condizionamento invisibile, ma totale. Quanto considerato è solo un granello di sabbia rispetto al marasma degli effetti collaterali possibili autoprodotti dal piccolo, illuso Ego umano.
Dott.ssa Elisabetta Vellone