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Bambini viziati 4^ parte
Il genitore e la paura di far soffrire i propri figli.
Comprendiamo il valore della frustrazione
Il presente lavoro, frutto della trascrizione da parte di un genitore presente alla conferenza, è gentilmente offerto dallo stesso per l’utilizzo nel sito
La ricerca nevrotica del piacere con modalità infantili (siccome mi piace allora lo/la devo assolutamente avere/ottenere altrimenti non lo sopporto) in effetti è la formula alla base di tutti i comportamenti devianti ... (ladri, truffatori, sfruttatori, viziosi vari). Il fenomeno del bambino viziato viene anche definito della: bassa tolleranza alla frustrazione – LFT. La LFT è caratteristica comune ai soggetti deboli, viziati e disadattati in quanto la loro soglia di sopportazione della frustrazione è talmente bassa che ogni minima difficoltà è sufficiente a scatenargli la disperazione; nello stato di disperazione si realizza, da parte del viziato, una vera e propria fuga dalla realtà e perdita del contatto con essa mentre a livello comportamentale si osserva un soggetto difficile, disfunzionale ed egoista e mal sopportato dal prossimo.Il bambino viziato, non avendo goduto delle condizioni utili che consentono la trasformazione della tendenza al piacere in capacità di amare e dell’ aggressività in capacità produttiva, è rimasto fissato in questa fase psico emotiva infantile ed in seguito disporrà di questi soli strumenti per porsi in relazione col suo prossimo. Un classico del soggetto viziato è l’egoismo, l’anaffettività, la tendenza all’aggressività e alla sopraffazione degli altri modalità queste che, paradossalmente, lo esporranno ad una qualità di vita scadente, deludente e frustrante dando luogo ad un circolo vizioso che perpetuandosi cronicizzerà il meccanismo di partenza.
Alla luce di quanto esposto non è superfluo ribadire che sarebbe davvero opportuno somministrare quelle sane ed adeguate dosi di “No” nel momento in cui ciò risulta facile e salutare oltre che risultare formativo e facilmente digeribile per il piccolo. Ma, tale proposito, va sottolineato che spesso il vero problema non sono i bambini viziati, essi non sono una razza di bambini particolari da studiare e curare, il vero problema è il genitore che vizia i figli. Il genitore viziante, probabilmente, è stato viziato egli stesso visto che di fronte ad un suo vantaggio immediato che consiste nell’evitare una possibile situazione frustrante (essere contestato dal figlio, vederlo piangere e paura di perdere il suo amore) tende a scegliere la soluzione più facile cedendo ed accontentando il piccolo.
Il genitore che vizia dimostra di ignorare ogni criterio di buon senso e di perdere sistematicamente di vista il vero bene del bambino che consiste, sulla base di una ricetta semplice fatta di “regole e amore”, nel raggiungimento di una adeguata maturazione capace di favorire l’equilibrio interiore, l’armonia con se stessi e con l’universo che ci circonda. E’ opinione abbastanza diffusa quella secondo la quale per fare le cose buone e positive ci vuole impegno, sacrificio quindi rinuncia al piacere. Attenzione, perché ancora una volta si avalla l’idea che il piacere sta nell’ottenere subito ciò che è più comodo, sarà utile ricordare che il piacere che meglio nutre ed appaga la persona è quello che, nel confronto con se stessi, scaturisce dal sentirsi forti, capaci, adeguati ed amabili.
Segue 5^ parte Dr.ssa Elisabetta Vellone