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Bambini viziati 5^ parte
Il genitore e la paura di far soffrire i propri figli.
Comprendiamo il valore della frustrazione
Il presente lavoro, frutto della trascrizione da parte di un genitore presente alla conferenza, è gentilmente offerto dallo stesso per l’utilizzo nel sito
Vogliamo concludere l’odierno lavoro con un esempio capace di mettere in evidenza la dinamica mentale del genitore viziante.
Immaginiamo una situazione in cui ... la mamma prese le chiavi e la sua borsetta si avvicina a suo figlio e …: amore ci vediamo dopo, mammina deve uscire, ma torno presto.il bimbo: no, no anch’io! Sei cattiva! Non la voglio una mamma come te, la voglio come quella di Luca che sta sempre insieme a lui, perché gli vuole bene! vattene, sei brutta!
In occasione di detta circostanza, che potrebbe essere considerata un classico del bambino affettivamente frustrato, come si comporta il genitore? E soprattutto come si sente?
Evidentemente, se la mamma ha lo stesso desiderio del bambino, cioè preferire di poter restare con lui, i suoi sentimenti saranno di comprensione e di tenerezza e, probabilmente, a livello comportamentale farà di tutto per comunicarlo. Prima di tutto ammonirà con fermezza il suo piccolo per il modo in cui si è rivolto a lei e per i termini che ha usato, ma subito dopo con toni pacati e autorevoli lo abbraccerà forte, forte e guardandolo negli occhi, per stabilire con lui un contatto forte, aggiungerà: hai ragione, anch’io vorrei restare con te, ma devo fare delle cose; farò in fretta e poi torno subito a casa. Se questo è ciò che ella realmente pensa in quell’abbraccio amorevole il piccolo lo percepirà appagando, così, il suo bisogno di amore e pian piano imparerà ad accettare sereno le assenze del genitore non più vissute come minaccia di abbandono.
Contrariamente, se il genitore consciamente o inconsciamente ha altri desideri ( stare da sola, sentirsi libera ecc.) si sentirà tanata e scoperta e allora avvertire sensi di colpa, sentimenti di auto svalutazione e di indegnità, allora tenterà di riparare e compensare con regali e promesse allettanti che dovrebbero convincere il piccolo di quanto la mamma (o papà) gli vuole bene.
Fermo restando che il piccolo non si convince affatto, poiché è in grado di leggere nel cuore delle figure di attaccamento, capisce comunque che il meccanismo gli consente dei vantaggi (ottenere tutto quello che il suo ego immaturo ordina) ed allora si specializzerà nel suo egoismo ignaro della benché minima capacità di autocontrollo e da bravo bambino viziato diventerà il tiranno del suo genitore, ma contemporaneamente uno scontento ed aggressivo ad oltranza. Il figlio viziato è una creatura perennemente scontenta, perché le è stata negata la gioia dell’amore gratuito.
Dr.ssa Elisabetta Vellone