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problemi sessuali: disturbo da avversione sessuale
Lo schema reiterante del disturbo da Avversione Sessuale può essere assimilato ad una vera e propria fobia del sesso. Il disturbo, che può manifestarsi con diversa intensità e diversa soglia di attivazione, si concretizza in una sistematica reazione di paura ed evitamento con reazioni di schifo e di repulsione di fronte a qualsiasi situazione minimamente erotica (reale o immaginata) fino a dar luogo ...
allo stato di panico. L’angoscia dell’intimità fisica può generare nel soggetto lo stato psichico del terrore con tanto di nausea e sudorazione fredda.
Naturalmente dall’ottica psicologica, anche in questo caso, ci poniamo la domanda sul perché la psiche del soggetto ha avuto bisogno di elaborare questo provvedimento che sembra un po’ contro natura e che in realtà è una disfunzione o una patologia; come può una patologia avere funzione di provvedimento pro/benessere del soggetto? Per comprendere la logica della manovra operata dall’intelligenza emotiva è opportuno tenere presente che ci deve essere stata una circostanza (pregressa) in sede della quale l’allontanamento dalla situazione erotica ha rappresentato l’unica via d’uscita da una condizione di profonda sofferenza. Anche in questo caso ipotizziamo una esperienza traumatizzante del soggetto in seguito alla quale, ed a causa della stessa, la “sessualità” è stata associata ad una profonda sofferenza soggettiva e da quel momento qualsiasi imput di carattere erotico attiva automaticamente l’esperienza di profonda sofferenza dalla quale l’intelligenza emotiva ci protegge grazie a quel disturbo postraumatico che evince sotto forma di avversione sessuale o fobia del sesso.
Tanto per sdrammatizzare un po’: Bagno degli uomini
Un signore è ritto immobile di fronte ad uno dei vasi predisposti per assolvere alle esigenze fisiologiche, ad un certo punto entra un secondo signore il quale si serve e poi incuriosito domanda al primo ritto e immobile: scusi, si sente bene, ha bisogno di qualcosa? E il primo: si! Avrei bisogno di qualcuno che mi apre la patta dei pantaloni! Glielo faccio io dice il secondo pensando che questi avesse difficoltà agli arti superiori. Aperta la patta il primo aggiunge: scusi sa , ma visto che lei è così gentile vorrebbe anche “tirarmelo fuori? Ha si, si certo! Ecco … e scusi, continua, potrebbe anche tenerlo un po’ su? Emm si, certo! Sempre il primo terminata la sua funzione aggiunge: non so proprio come ringraziarla, ma visto che ha fatto tanto per me gli darebbe anche una sgrullatina? E va bene, dice il secondo, a questo punto non vedo che mi cambia! Il primo: sia gentile, mi perdoni, lo rimetta al suo posto e richiuda anche la patta! Ok, aggiunge il primo, servizio completo! E ancora il primo con aria di sollievo: grazie sa, ma a me fa tanto schifo! Poi chiude il giubbotto e se ne va.
Dr.ssa Elisabetta Vellone