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problemi sessuali: Disturbo della Risoluzione
Non esiste un fenomeno più affascinante dell’essere umano! Ci riferiamo alle sue “mille voci” per comunicare simbolicamente i suoi infiniti “non risolti” inconsci.
Ricordiamo che la dimensione inconscia della psiche è una sezione priva di linguaggio e pertanto, quando ha bisogno di comunicare all’io cosciente, può farlo solo attraverso l’uso di simboli. Anche l’albero non può chiedere di bere, ma mostrando le foglie appassite comunica all’uomo che ha bisogno di acqua; così come l’albero non sempre viene annaffiato, molti messaggi dell’inconscio non sempre vengono decifrati. ...
In ambito sessuale la fase della risoluzione è quella che segue immediatamente la fase orgasmica. Momento in cui il soggetto percepisce un senso di appagamento psicofisico e desiderio di riposo. Nel disturbo della risoluzione, dopo una prestazione sessuale del tutto regolare, si presenta, sistematicamente, uno stato di malessere caratterizzato da cattivo umore, senso di frustrazione e cefalea che si risolvono spontaneamente nel giro di qualche ora.
Riflettendo sul disturbo della risoluzione è doveroso interrogarsi sul perché, dello stato di malessere, data una prestazione sessuale del tutto regolare. Tenendo presente che il disturbo è di tipo psicologico, e non dovuto ad alcuna causa fisica, dobbiamo assumere lo stesso come un messaggio simbolico attraverso il quale l’inconscio cerca di comunicare qualcosa che ristagna ed informa su un conflitto intrapsichico in essere legato alla sessualità del soggetto.
Dimenticando per attimo il “disturbo della risoluzione” ci chiediamo: quando l’essere umano in seguito ad una sua prestazione accusa mal’umore, frustrazione e cefalea? Essendo un fenomeno abbastanza diffuso e accusato spesso anche da giovanissimi possiamo asserire che, detta risposta comportamentale, si attiva quando il soggetto fa qualcosa che non desidera fare, che gli procura un senso di costrizione e sentimenti di insofferenza oppure quando fa qualcosa di nascosto di cui si vergogna in altre parole quando si trova in situazioni che gli procurano di- stress.
Tutti sappiamo del di- stress dell’alunno costretto a studiare; del di- stress della casalinga che disdegna il suo ruolo; del di- stress del lavoratore in un ambiente che percepisce ostile o quello del soggetto tranquillo e solitario immerso in una folla di esagitata e rumorosa.
Probabilmente, nel disturbo della risoluzione, se l’atmosfera del dopo non è quella di chi ha ricevuto un premio, ma piuttosto quella di chi ha appena scontato un castigo vuol dire che quella psiche ha i suoi buoni motivi inconsci per reagire in tal modo. Il soggetto potrà risolvere il suo problema solo rielaborando il trauma inconscio di base che glielo attiva.
Dr.ssa Elisabetta Vellone