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Evoluzione e dinamica della psiche 3^ parte
Evoluzione e dinamica della psiche
3^ parte
Nonostante la nostra condizione di così detta società evoluta, civilizzata e moderna, persiste, in alta percentuale, la convinzione che i bambini piccoli non capiscono e che non è molto importante, per gli stessi almeno nei primi anni di vita, ciò che accade nel loro ambiente affettivo. Vedremo invece come, proprio
l’esperienza primaria, si vada ad organizzare come matrice determinante nel complesso universo psicologico individuale.
Il presente lavoro è frutto della trascrizione di una conferenza sul tema:”Evoluzione e dinamica della psiche” tenuta dalla sottoscritta per genitori di alunni della scuola dell’infanzia e scuola primaria.
Siamo nell’età compresa fra i tre e i quattro anni, il piccolo ha concluso la fase anale, ha elaborato la sua modalità di attaccamento più o meno definitiva e intanto, con andamento sovrapposto e sfumato al contempo, ora entra nella fase edipica detta anche prima fase genitale.
Non per libera scelta del fanciullo, ma per sacra legge di vita, durante la fase edipica tutta la libido, intesa come carica di attenzione ed interesse del piccolo, viene concentrata sul proprio corpo ed in particolare ai propri organi genitali; il piccolo scopre le differenze anatomiche fra maschio e femmina e prende coscienza della differenza fra i due sessi; ora vede nella madre, non solo la persona che lo accudisce e lo cura, ma anche la donna. Prende coscienza della sua mascolinità/femminilità periodo questo, definito anche prima fase fallica in quanto caratterizzato da comportamenti esibizionistici, dove il piccolo ama correre nudo come ad esibire il proprio corpo ed il proprio trofeo appena scoperto con particolare preferenza in presenza del genitore di sesso opposto contemporaneamente alla manifestazione di una certa conflittualità con il genitore dello stesso sesso.
In altri termini, si notano i segni di una vera e propria gelosia: il maschietto vuole la mamma tutta per se e tende ad impedire l’avvicinamento del padre ad essa e la femminuccia vuole il papà tutto per se tendendo ad impedire l’avvicinamento della madre a questi.
Non ci stanchiamo di sottolineare che non c’è nulla di volontario in detti comportamenti in quanto il bimbo è guidato da un istinto che lo induce ad agire in un allenamento continuo a prove generali dell’esistere.
Nel corso di questa prima fase genitale ( fase edipica) i conflitti con il genitore dello stesso sesso – rivalità - tendono ad essere risolti, per lo più, attuando una rimozione (cancellazione dalla coscienza) dei desideri sessuali (innocenti ovviamente) verso il genitore dello stesso sesso in quanto sarebbero fonte di sensi di colpa, ed una identificazione con il genitore simile a se.
La seconda fase genitale inizia dopo la fase di latenza (7-9 anni), con la pubertà (9-11 anni), e si estende a tutta l’età adulta; dalla pubertà in poi la persona sviluppa progressivamente interessi sempre più realistici verso coetanei di sesso opposto.
Risolta quindi la fase edipica (quando si risolve!), siamo intorno ai sei anni di età, il bimbo passa nella fase di latenza, che coincide con l’età scolare, fase questa che si risolve intorno ai dieci anni.
Durante la fase di latenza si realizzano grandi cambiamenti e trasformazioni. Il fanciullo si evolve; ora abbiamo un ragazzino/a. Detta fase è caratterizzata da una diminuzione delle pulsioni istintive e della carica libidica alla quale si sostituisce una maggiore estensione del campo degli interessi del ragazzo dove, praticamente, l’attenzione mentale si sposta dallo studio del proprio corpo allo studio del mondo esterno e delle relazioni interpersonali, alla conoscenza ed alla conquista del mondo esterno.
Dr.ssa Elisabetta Vellone
Seguirà:cambiamenti e trasformazioni della fase di latenza