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Un’altra bimba che ha perso la spensieratezza; un’altra futura adulta nevrotica
Sara, quasi cinque anni, esce da scuola piangendo disperatamente. Stropicciandosi agitata gli occhi le sue lacrimone producono sul suo visino l’effetto di un pulcino che è appena uscita da sotto una doccia. Intorno alla piccola rapidamente si forma un capannello
di genitori e bambini; la mamma preoccupata la abbraccia, cerca di consolarla e le chiede con calma che cosa è successo, cos’è che ti ha spaventata e ti fatto tanto piangere?
La bimba continua a singhiozzare e non risponde e intanto porta le sue manine tremolanti sulla pancia della mamma e chiede: c’è ancora il mio fratellino vero? Mamma non ci sei andata al bagno oggi vero? Mammina promettimi che non ci andrai mai più al bagno, perché se no il mio fratellino muore dentro la tazza. La mamma sconvolta , ma controllata, la rassicura: stai tranquilla che questo non accadrà mai!
Ma chi ti ha detto queste brutte cose? Me le ha dette Miki, ma nella mia scuola tutti i bambini lo sanno che le mamme vanno al bagno e buttano i pupetti appena nati nella tazza.
Se solo riusciamo a provare un po’ di vergogna apprendendo quanto sopra, forse, siamo ancora recuperabili. Una società adulta che non sa amare rispettare e proteggere i propri piccoli è solo una massa di esseri indegni.
Dr.ssa Elisabetta Vellone