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disturbo di Identità di genere
Il disturbo consiste nella consapevolezza di appartenere ad un preciso genere, maschile o femminile, contemporaneamente alla non accettazione e rifiuto di essa.
Il fatto stesso che si classifichi come tale, il “disturbo” di identità di genere, ci risparmia una fatica di comprensione non trascurabile. La legge di natura, e non quella del piccolo uomo presuntuoso e confusionario, ha stabilito pensando al meraviglioso compito della perpetuazione della specie e quindi della vita, alla presenza di due generi di forme vitali: il maschio e la femmina. Esseri simili, ma nello stesso tempo distinti e complementari capaci di compiere la missione di perpetuazione solo nella completa compartecipazione al progetto vita, in linea con il principio scientifico secondo il quale due “metà” danno luogo ad un nuovo uno. Il corredo genetico e la legge mendeliana esauriscono molte curiosità in merito.Tutto ciò che accade, in merito al disturbo in esame, dopo questa prima misteriosa magia, è a carico dell’educazione e dell’apprendimento. L’uomo come l’albero va sorretto e raddrizzato da piccolo, poiché quando si è formato ogni intervento può assume carattere di violenza. Per quanto riguarda l’essere umano una volta preso atto del sesso biologico è consequenziale (pensando al benessere e alla salute mentale del piccolo) promuovere l’identità di genere e il ruolo di genere fenomeno questo comunemente definito: educazione del maschio; educazione della femmina.
Il processo di formazione dell’identità di genere è un fenomeno che si compie entro i primi 3 anni di vita a differenza del ruolo di genere che può sconfinare fino agli anni della preadolescenza. Come stabilito l’identità di genere si forma, non è genetica, e fa capo alle leggi dell’apprendimento. Ma come si forma? Quali sono le materie prime che la psiche del piccolo utilizza per edificare nella sua mente la propria identità di genere? Abbiamo parlato di apprendimento, ma come apprende un bimbo fino a 3 anni se la sua mente razionale è ancora immatura?
I bambini apprendono e comprendono tutto con la loro intelligenza emotiva inconscia la quale è una stretta alleata dell’istinto di vita ed il principio del piacere (stare bene). I piccoli, sotto forma di frequenze mentali, percepiscono la più intima verità del loro ambiente affettivo e, tenendo presente che i modelli significativi e formativi sono le figure genitoriali ovvero, papà offre il modello per il figlio maschio; mamma offre il modello per la figlia femmina, se ne deduce che se il ruolo di genere, nella persona del genitore, è coerente sarà facile per il piccolo/a orientarsi e formarsi; se viceversa è confuso, o incrociato oppure misto si può insidiare nella mente del piccolo il seme del futuro disturbo di identità di genere. E’ inutile aggiungere che anche il ruolo di genere va curato e vigilato; se vestiamo i bambini e le bambine tutti uguali, li pettiniamo allo stesso modo, li facciamo giocare con gli stessi giocattoli ecc. ecc. cosa ci possiamo aspettare?
Dr.ssa Elisabetta Vellone