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Femminicidio: perché?
In tema di meraviglie esistenti la donna e l’uomo sono esemplari di spicco. Lei con la sua sensibilità, la sua dolcezza, il suo calore e la forza interiore; lui con la sua forza fisica, l’autorevolezza, il coraggio e l’stinto di protezione insieme, quando sono uniti in Amore, realizzano la magia della vita che continua e danno luogo, in quanto micro cellula del macro sociale, alla vita organizzata di ogni popolo. Tutto inizia dalla famiglia e quindi dalla coppia.
Peccato che questa descrizione sembra solo l’introduzione di una favola d’altri tempi, poiché allo stato attuale delle cose tutto lascia presagire una crescente grave ostilità fra i due generi unitamente ad una crescente incompatibilità.
L’uomo e la donna, tendenzialmente, hanno smesso di amarsi, di amare e di completarsi a vicenda. Il fenomeno è ancora sommerso, ma la dimensione è allarmante e non è necessario documentarla. La malvagità, l’ostilità, la ferocia e la grettezza all’interno della coppia è documentata ogni giorno dalla cronaca nera, nonché dal disagio infantile crescente per mancanza di ambiente affettivo sano e coerente. L’uomo e la donna sembrerebbero diventare sempre più rivali e nemici dimostrando entrambi un inspiegabile disagio nei rispettivi ruoli; sembrerebbe, anche, che una sindrome di invidia di massa indistinta induca maschi e femmine ad emularsi a vicenda al punto che i soggetti autenticamente maschili e quelli autenticamente femminili vengono visti come degli esseri fuori moda.
Le riflessioni di cui sopra nascono da un interrogativo obbligato considerando il gran numero di donne maltrattate ed uccise dal proprio partner o ex partner (solo nel 2011, 2060 vittime pari a oltre il30% degli omicidi).
Perché gli uomini uccidono le donne che dicono di amare o di avere amato? La risposta è di una semplicità disarmante, le uccidono proprio perché non le amano, ma le posseggono. Avendo, la donna, preso coscienza della propria dignità di persona ed essendo sempre meno disposta ad obbedire ad un padrone ingiusto, ha osato reagire, prendere decisioni e rendersi autonoma tutto ciò, relativamente al fenomeno in esame, fa infuriare alla follia il partner padrone che si autorizza ad esercitare il diritto di vita o di morte sulla sua proprietà, “la sua femmina”, in termini di : o mia o di nessuno.
Quando gli uomini, e anche le donne, diventeranno grandi e impareranno ad amare e a rispettarsi reciprocamente non ci sarà più bisogno della violenza e della prevaricazione, perché avranno finalmente compreso che il senso dell’esistere che è contenuto nel dono dell’amore reciproco.
Dr.ssa Elisabetta Vellone