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Concludendo circa i Disturbi Sessuali
Concludendo circa i Disturbi Sessuali
L’obiettivo di partenza di questa sezione non era certo quello di elencare l’intera gamma dei possibili disturbi sessuali di origine psicologica, ma soltanto quello di richiamare l’attenzione sulle dinamiche dei disturbi sessuali, sfruttando metaforicamente il concetto dei” pesci più grossi” trattenuti dalla rete, per promuovere la presa di coscienza circa il fenomeno della psico somatizzazione del disagio mentale gemellato alla sessualità.
Escludendo, ovviamente, tutti i Disturbi con cause biologiche e quelli da patologie fisiche, le disfunzioni sessuali a base nevrotica meritano titolo e dignità di alleate generose, fedeli ed instancabili per la persona, poiché è proprio grazie ad esse che la Psiche viene informata e documentata circa eventi più o meno lesivi e traumatici, strutturati nell’inconscio, che impediscono l’espressione naturale delle funzioni in questione.
Considerando i comportamenti atipici o disfunzionali, in ambito sessuale, usando la chiave di lettura del linguaggio simbolico ( il linguaggio simbolico è quello usato nei sogni ,ma anche nella produzione artistica ed altre) è possibile dedurre che ciò che è impedito di fare al soggetto, ma anche ciò che fa con obbligo rituale involontario (disfunzione) altro non è che l’icona di un disagio interiore strutturato e automatizzato che il soggetto inconsciamente tenta di risolvere attraverso il comportamento reiterato, per altro senza mai riuscirci, poiché la dimensione razionale della mente non comprende il messaggio in codice contenuto nella disfunzione, ma anzi generalmente usa il simbolo per autocondannarsi ritenendo di avere in sé qualcosa di sbagliato.
Proponiamo un esempio pratico per favorire una migliore comprensione della dinamica appena citata: supponiamo il preadolescente cocco di mamma, perfettivo ben educato e compiacente che viene sorpreso, dalla stessa, mentre nudo, in piena eccitazione si masturba davanti ad una rivista porno; supponiamo che la mamma esterrefatta, nel vederlo, emette un urlo, sbatte la porta della stanza e corre a chiudersi nella sua camera. Il ragazzo è traumatizzato, vorrebbe scomparire. Si vergogna e si sente indegno agli occhi di sua madre, nonché inferocito con se stesso per quanto accaduto. L’esperienza traumatizzante nel corso del tempo, ma anche da subito, può associare (a livello inconscio) la vergogna e l’indegnità all’atto dell’erezione peniena e quindi inibirla nel prosieguo della sua vita per difendersi dal profondo dolore che tale evento gli evoca.
Con il tempo, questo soggetto, potrebbe essere interessato da disturbo di impotenza erigendi o altri tipi di disturbi sessuali.
Oggi grazie ai grandi progressi della scienza psicologica è possibile affrontare e risolvere il PTDS
Dr.ssa Elisabetta vellone