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Un caso di “cronaca” o di assurda “normalità?
Lui 34 anni responsabile di settore, lei 29 casalinga e badante di famiglia in quanto si occupa di genitori e suoceri anziani per ogni evenienza. Nomi, di fantasia ovviamente, lei si chiama Fiamma e lui Fuoco. Da cinque anni, epoca un cui si sposarono, è prassi che, nella vita della coppia in questione, ogni sera ci sia un buon motivo per accendere una lite furibonda
durante la quale Fiamma viene picchiata e maltrattata da Fuoco e sistematicamente dopo il violento maltrattamento si acquietano e spesso fanno l’amore come se nulla fosse accaduto a parte i segni delle percosse che sistematicamente si rinnovano sul corpo di lei. Fiamma raramente esce di casa da sola se non per fare la spesa al supermercato sotto casa dove, sistematicamente, acquista prodotti alimentari che lui detesta. Altro aspetto ricorrente è l’accurato accudimento quotidiano di suoceri e genitori che puntualmente la sera riferisce a Fuoco, ma aggiungendo sempre che sarebbe ora che crepino perché non ne può più. Fuoco desidera cenare con la tavola apparecchiata e la tovaglia, ma Fiamma pone i piatti sul tavolo nudo spesso anche sporco da uso precedente.
Quanto descritto nella breve serie di esempi è una piccola sintesi di ciò che avviene nella relazione di coppia e che induce a dedurre circa il messaggio implicito, o vero intento alla base della loro interazione o comportamento/scintilla, è quello di assicurasi un motivo per scatenare lo scontro violento.
Dal punto di vista psicologico si evince una relazione sado/maso dove la violenza ha una sua precisa funzione che è quella di sdoganare il bisogno di amore, coccole ed intimità condizionati e bloccati, in entrambi, da carichi pendenti inconsci. La violenza, quindi, come condizione sine qua non, dove lui punisce la persona amata e lei viene punita dalla stessa per potersi concedere un contatto intimo psicofisico.
Dalla storia della coppia emerge che Fuoco ha avuto una madre distratta, assente e non accudente verso la quale il giovane, ancor oggi ricordandolo, nutre grande rabbia (repressa) nei suoi confronti e che Fiamma ha avuto un padre che non si interessava mai ad essa se non quando veniva a conoscenza di qualche birichinata e allora la picchiava brutalmente con la cinta e la piccola era convinta di essere cattiva e colpevole e di meritare quanto accadeva.
Sarebbe tutto molto più semplice in questo nostro mondo se le persone, interessate da un qualsiasi disagio emotivo, prendessero in considerazione l’opportunità di consultare un esperto. Nevrotici non si nasce, ma si diventa!
Dr.ssa Elisabetta Vellone