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Attacchi di panico: un tema che merita attenzione
In questa epoca sgangherata, priva di punti di riferimento, di certezze, di referenti autorevoli e affidabili, priva di sentimenti nobili e di capacità di amare se stessi ed il prossimo, gli attacchi di panico, dato il progressivo manifestarsi in persone di ogni età,
ma in particolare nei giovani, stanno diventando il male del secolo.
Il disagio prodotto da tale disturbo è abbastanza noto: paura di impazzire; paura di morire; senso di soffocamento; tachicardia; sensazione di blocco motorio; sudorazione; perdita dell’autocontrollo nonché uno stato perenne di sensazione di pericolo (ansia) generato dalla “paura di aver paura” innescato dalle recidive del soggetto di una certa condizione di grave terremoto interiore interessante sia il corpo che la mente.
I soggetti vittime di detto quadro disfunzionale si aspettano di andare dal medico ed ottenere una cura o una pillola che li guarisca, ma tutti sappiamo che raramente ciò non avviene, poiché non trattasi di malattia fisica, ma di una disfunzione psicologica in essere dove la chimica farmacologica sembri non aver potere se non in forma lenitiva.
Guidati dal buon intento e doverosa umiltà cercheremo di avvicinarci alla possibile risoluzione, del disagio in esame, partendo dalla comprensione delle cause determinanti e gli interventi utili a scorporare dette cause dai processi psicologici alla base della personalità ansiosa con attacchi di panico.
Assumendo un atteggiamento di totale distacco immaginiamo la persona (psicofisica) come un enorme grattacielo, destinato a contenere miliardi di elementi in continua interazione, rimanendo comunque solido ed in equilibrio per tutta la sua vita di fronte a qualunque violenta sollecitazione interiore o esteriore. E’ consequenziale dedurre che la base, su cui è edificato, deve essere molto solida cosi come i materiali che lo compongono devono essere di ottima qualità e disposti ad arte secondo i criteri scientifici della solidità e la resistenza dello stesso.
Sfruttando la metafora citata sopra il grattacielo psichico, ben più imponente di quello realizzabile dall’opera dell’uomo (basta pensare che per contenere soltanto i dati della memoria umana ne occorrerebbero quattro di essi), è basato sugli stessi criteri e cioè: una solida base d’appoggio e materiale di qualità. Cercheremo di essere essenziali considerando la basa d’appoggio, per la psiche, i valori portanti della persona e per materiale di ottima qualità l’affettività solida, coerente e positiva di cui l’individuo ha goduto negli anni della formazione.
L’attacco di panico altro non è che una risposta (inconscia) di terrore, da parte dell’IO del soggetto, di fronte ad un compito ritenuto impossibile da gestire ed affrontare. In altre parole il soggetto risulta vittima di un complesso di inferiorità o di inadeguatezza o di incapacità ad affrontare situazione che richiedono assunzione di responsabilità.
Generalmente il primo episodio, che potremmo definire un’esperienza fallimentare dall’ottica dell’interessato, è di intensità piuttosto blanda, ma sufficiente ad innescare il meccanismo reiterante. Gli episodi che seguiranno, invece, saranno ogni volta più marcati e limitativi del comportamento del soggetto. Naturalmente i soggetti a rischio sono le personalità dipendenti, ansiose ed insicure nel senso quelle che nutrono, nei propri confronti, una bassa autostima; condizione questa da attribuire al materiale scadente utilizzato nel processo di edificazione e formazione personale quale ad esempio: scarsità di stima e considerazione ricevuta da parte degli adulti autorevoli; scarsità di fiducia ,di rispetto e conferme varie.
Gli anni della formazione sono caratterizzati dall’egocentrismo per cui, l’esperienza del formando si base su ciò che accade pertanto se le cose vanno bene: io sono bravo, forte, amabile; se le cose vanno male: io non valgo, non conto, no merito.
La terapia mirante a risolvere l’esperienza traumatica alla base del/dei complessi è in grado di liberare il soggetto dal disagio restituendo tranquillità, fiducia personale e sicurezza in se stessi.
Dr. Elisabetta Vellone