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La dislessia Prima parte
Altrimenti definito: disturbo dell’apprendimento
Molto spesso nelle scuole ed in famiglia il bambino vivace, poco ligio alle regole del suo ambiente e poco dedito allo studio ed alla applicazione scolastica, viene ipotizzato dislessico ed inviato agli esperti per i dovuti accertamenti del caso. Raramente i promotori di detto provvedimento si rendono conto di quale esperienza traumatica può subire l’alunno in questione costretto a pensare di sé di essere diverso, difettoso e mal funzionante idea che, data la giovane età, inevitabilmente si pone al centro della sua psiche inibendo e squalificando gran parte dei costrutti psicologici alla base dell’espressione personale.
Ma cos’è realmente la dislessia? Fino a circa due decenni fa il fenomeno veniva considerata un disturbo della lettura e più esattamente una comprensione disturbata di ciò che viene letto.
Disturbo che può presentarsi in forma lieve, fasica o permanente inteso come incapacità di leggere indipendentemente dall’intelligenza del soggetto; incapacità che può essere circoscritta a varie particolarità quali ad es.: alla lettura in generale, a quella di particolari parole o di particolari lettere, ma anche in forma circoscritta alla lettura di numeri o all’esecuzione di calcoli etc..
Sempre nello stesso periodo si riteneva che il disturbo fosse generato da possibili cause diverse quali: lesione cerebrale, lesione nervosa dell’occhio, lesione nervosa dell’orecchio ed altre. Quindi dislessia come “madre dei disturbi dell’apprendimento”nella quale famiglia possono essere presenti diverse varietà:
- L’acalculia - ovvero incapacità a sviluppare competenze matematiche;
- L’agrafia- o incapacità di manipolare lo strumento per scrivere o esprimersi per iscritto;
- D.D.A o disturbo da deficit dell’attenzione con incapacità a mantenere l’attenzione fissa sullo stesso compito molto a lungo definita anche iperattività ( anticipiamo che in realtà il bambino dislessico presta attenzione non solo al compito di turno , ma anche all’intero ambiente intorno allo stesso; fenomeno incompreso ed ignorato dagli osservatori);
- La disgrafia - difficoltà ad usare la penna e difficoltà con l’ortografia;
- La disprassia – possibile difficoltà motoria relativa ai movimenti del corpo che si manifesta sotto forma di goffaggine e difficoltà nel parlare.
Grazie ai frutti delle ultime generazioni di studi e ricerche sul fenomeno ci è consentito, oggi, di rivoluzionare la nostra concezione di dislessia, di ridefinire il concetto, il suo significato, le sue caratteristiche.
Segue Dr.ssa Elisabetta Vellone