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la dislessia terza parte
In sintesi Dislessia come prodotto del pensiero è una maniera speciale di reagire alla sensazione di confusione.
L’esperienza di confusione si realizza normalmente ( per qualunque individuo) quando il cervello viene sopraffatto da stimoli e pensieri eccessivi per effetto di un ingorgo di informazioni provenienti da organi di senso diversi fenomeno che impedisce di collegare significativamente la varie informazioni fra di loro; tutti i sensi vengono alterati ed il cervello non vede più ciò che da questi viene percepito, ma solo qualcosa di alterato, appunto, che gli appare però come reale (immaginiamo una vetture che va in dietro).
Per quanto riguarda il dislessico però occorre tener presente che egli non è mai disorientato da un flusso eccessivo di stimoli, ma addirittura si produce da solo (a livello inconscio) lo stato di confusione per avere percezioni multidimensionali; questi, come accennato sopra, percepiscono le cose da più di una prospettiva traendo da ciò più informazioni degli altri (l’individuo così detto normale guarda un oggetto e lo vede in relazione all’ottica da cui si pone; un dislessico osservando un oggetto lo vede da tutte le prospettive possibile e persino all’interno) per tale ragione a volte inspiegabilmente sono sorprendentemente abili nella meccanica, nell’elettronica, nelle arti.
E’ lecito pensare che è come se da piccoli, all’età dei concetti non verbali (intorno ai tre anni) avessero trovato il modo di accedere alla funzione di disorientamento del cervello e l’avessero poi incorporata nei loro processi di pensiero e di riconoscimento.
Se ne deduce che il disorientamento è una funzione normale del loro pensiero speciale in quanto forte capacità intuitiva e creativa.
Per quanto riguarda il fenomeno “pensiero” è opportuno sapere che si distingue in due tipi: pensiero con concettualizzazione verbale e pensiero con concettualizzazione non verbale.
Il primo, quello a concettualizzazione verbale, è un tipo di pensiero basato sull’uso dei suoni delle parole; il secondo, quello a concettualizzazione non verbale, è una forma di pensiero basato sulle immagini mentali dei concetti e delle idee (si può pensare di fare un viaggio a Parigi usando le parole, ma si può anche pensare al viaggio a Parigi immaginando il percorso e la torre Eiffel).
Segue Dr.ssa Elisabetta Vellone