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I mali del secolo anche nel mondo dello sport: la gelosia
E’ in questo periodo autunnale che, contemporaneamente alla scuola dell’obbligo, ripartono i corsi delle varie discipline sportive. Per quanto riguarda le scuole del tennis, sempre più frequentemente in tempi di iscrizioni, si nota un movimento migratorio di allievi i quali si spostano da un circolo ad un altro, apparentemente senza motivo, anche se spesso il nuovo è meno facilmente raggiungibile dall’atleta e dal suo accompagnatore.
I più giovani, quelli intorno ai 10 anni di età, che per legge di natura tendono a stabilire rapporti amicali con i compagni di corso, difficilmente chiedono di essere spostati in altri siti, ma data l’età in genere accettano le motivazioni sentenziate dai genitori pur di praticare l’attività prescelta.
Da addetti ai lavori quali siamo non è casuale voler ricordare il grave disagio valoriale in cui versa l’intera società e l’altissimo costo, generato da ciò, a carico dei giovani e dei giovanissimi a proposito dei quali sottolineiamo l’importanza dell’azione educativa e formativa, finalizzata e coerente, onde favorire uno sviluppo sano ed una reale maturazione.
Più volte abbiamo sottolineato come il genitore con i suoi intenti, con i suoi esempi ed i suoi comportamenti forgia in maniera diretta ed indiretta il profilo psicologico e lo stile comportamentale dei propri figli.
La domanda che ci poniamo, e sulla quale intendiamo richiamare l’attenzione del lettore circa il fenomeno sopra citato, è: perché il genitore prende la decisione di cui sopra così frequentemente ed impulsivamente; qual è il disagio personale che lo motiva?
Difficilmente il vero motivo viene da questi dichiarato, ma naturalmente non è difficile dedurlo zumando all’interno di certe dinamiche relazionali nel corso delle lezioni di tennis alle quali molti genitori assistono perentoriamente con atteggiamento da grandi esperti e per nulla imparziali.
Il maestro di tennis è un professionista abilitato dalla Federazione a fare il lavoro che fa e, come ogni professionista, deve avere carta bianca circa la sua maestria ed i criteri fatti propri; una cosa è certa nessun maestro può avere interesse a comportarsi in modo da allontanare da se un proprio allievo.
Tanto per scendere “direttamente in campo” capita ad esempio che nella rotazione di un gruppo di allievi, durante una lezione, il mastro possa ritenere utile che un ragazzo ripeta un certo movimento due o tre volte di seguito rispetto ad altri che di norma lo fanno una sola volta ritenendo , probabilmente, che questo dimostri maggiori difficoltà rispetto all’automatizzazione di quel certo movimento. L’avesse mai fatto!
Improvvisamente, nella testa del genitore supervisore nevrotico, si attiva il tormentone generato dalla gelosia basato su sentenze ed improperi quali ad es.: ha i suoi cocchetti; si dedica solo ai suoi preferiti; trascura il mio povero bambino/a; chissà chi si crede di essere; lo porterò via da qui quanto prima ecc. ecc. .
Questo ipotetico fenomeno preso ad esempio ci conduce dritti, dritti al vero problema che potremmo definire di portata sociale: l’educazione confusa e incoerente, basata su falsi valori per carenza di genitori saggi, umili e consapevoli.
Dr.ssa Elisabetta Vellone