fenomeno anche persona mentale grande tempo sempre propri persone crisi famiglia possibile essere mondo personale stato bambini giovani figli mente molto condizione nella società capacità cookie esperienza scuola soprattutto psiche senso lavoro altri proprio umana nostra quando tutti prima delle giorno nostro dello umano propria incontro Lavoro sociale parte genitore
la dislessia sesta parte
Riteniamo opportuno a questo punto operare un distinguo fra comportamento iperattivo (ansioso) del bambino dislessico ed altre forme dello stesso.
L’ansia si distingue in due diversi filoni paralleli: ansia dell’IO e ansia del disagio. La prima opprime il soggetto che avverte l’esigenza ossessiva di dare continuamente prova di se (io valgo, io sono capace, io sono amabile, io sono il meglio ecc.) ;
If you are looking this kind of content,you have come to the right place.thanks for your patient reading, let us move on.
Il comportamento iperattivo del soggetto dislessico in realtà non è dettato da ansia, ma dal super lavoro e il superimpegno che ogni volta che la sua psiche si trova ad affrontare lavorando con la visione tridimensionale.
L’ansia dell’io, che sempre più spesso caratterizza i nostri giovanissimi, è soprattutto legata alla tendenza culturale che riserva, all’educazione dei giovani, uno spazio opzionale e spesso superficiale e contradditorio; l’ansia del disagio altro non è che l’altra faccia della stessa medaglia.
Tornando al tema della dislessia è possibile riscontrarne diversi livelli o più esattamente vari gradi di difficoltà nel comprendere i simboli grafici in quanto, come detto in precedenza, essa può essere in forma totale, parziale o circoscritta. Evidenziamo che parliamo di difficoltà con i simboli in quanto questi, essendo privi di una immagine che li rappresenta, non possono essere riconosciuti dando luogo così alla confusione e al disorientamento, ovvero alla visione tridimensionale che rende impossibile lettura e scrittura.
Detti vari gradi del disturbo dipendono dall’epoca (età) in cui il piccolo ha iniziato ad usare questa speciale capacità o competenza e nello stesso tempo anche carenza. Se il piccolo ha iniziato entro i tre mesi di vita le conseguenze dislessiche saranno più marcate se invece ha iniziato fra i tre e i sei mesi esse saranno via via meno marcate e più circoscritte.
Ci si chiede perché il piccolo sviluppa questo diverso modo di apprendimento e in che cosa consiste esattamente, ci si chiede anche se ce correlazione con l’ambiente famigliare in difficoltà.
La dislessia, nelle sue diverse manifestazioni, è prodotta da un talento mentale che consiste nel completare una “immagine significativa” partendo da scarsissimi elementi (visione tridimensionale) grazie all’ausilio della capacità immaginativa della realtà; ciò autorizza a pensare alla presenza di un ambiente famigliare disfunzionale con conseguente carenza di affettività nella fase primaria dello sviluppo che induce il piccolo a sviluppare la capacità di realizzare a livello immaginativo la fonte erogatrice dell’affettività di cui ha bisogno (in pratica appagandosi da solo) partendo dai frammenti di cui dispone.
Segue Dr.ssa Elisabetta Vellone