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LA FRENESIA DEL TRADIMENTO. PERCHÉ
Non vorremmo apparire come quelli che hanno appena scoperto l’acqua calda, poiché ormai è prassi comune, nella coppia, la propensione a tradire il partner. Avere un amante o tradire occasionalmente è considerato quasi ovvio ai giorni nostri e in certi casi sembra assumere la forma di un diritto. La domanda che ci poniamo e sulla quale invitiamo a riflettere riguarda la sempre più frequente tendenza alla crisi di coppia.
Perché le unioni sono sempre meno caratterizzate da consapevolezza e solidità, da relazioni rilassate, appaganti e rassicuranti definibili il gioioso completamento reciproco e culla solida per la prole?
Detta miserabile involuzione del rapporto a due ovviamente non è un fenomeno circoscritto alla coppia stessa, ma una smagliatura pericolosa che riguarda l’intera società contemporaneamente alla qualità di vita di ogni singolo essere umano. Pretendere di far luce su questo nefasto e complesso fenomeno equivarrebbe ad entrare in un labirinto di notte; le ipotesi certo non mancano: potremmo esaminare gli effetti collaterali della fine (forse mai iniziata) della sottomissione della donna nei confronti dell’uomo, oppure le leggi del consumismo che hanno portato la donna fuori casa a produrre reddito abrogando il ruolo di regina della dimora con conseguente delega del ruolo materno, potremmo citare il crollo dei valori portanti e conseguente degrado e caduta dei costumi e ancora, i lunghi anni di crisi economica e contrazione della visione del futuro in seguito alla precarietà, la povertà conseguenti alle fameliche malefatte dei potenti di turno.
Naturalmente ognuno degli aspetti citati unitamente ad altri tralasciati costituirebbero una variabile incidente, ma non una risposta esauriente, poiché la crisi della coppia è figlia primogenita della crisi della persona.
Per vari e complessi motivi il baricentro (psicologico) della persona si è offuscato e quando sembra esserci è precario e imprevedibile. L’essere umano è in continua oscillazione intorno a se stesso e raramente sa, perché fa ciò che fa o perché va in quella certa direzione. Proprio come in un labirinto oscuro si agita e si dimena, cammina a vuoto e si esaurisce, ma disperatamente ed istintivamente continua a cercare quel qualcosa di” buono” che non conosce, ma che sa esistere da qualche parte.
Il povero lo identifica con il benessere e allora si affanna per arricchirsi (ruba, froda, abusa); il ricco sa già che il benessere non contiene in se quel buono sicché entrambi, come in preda ad una crisi di astinenza, si logorano nell’affannosa ricerca. E’ consequenziale che l’essere umano in crisi di astinenza perda il controllo di se ed il contatto con la realtà ed è proprio in dette condizioni che il tradimento, con la sua promessa di felicità, di piacere ad alta tensione, di realizzazione personale, di appagamento emotivo unico e speciale, seduce il piccolo essere fungendo da specchietto per le allodole nella confusa mente umana che diventa pronta a calpestare tutto e tutti sotto la spinta di un ego primitivo incosciente e sottosviluppato.
L’uomo/ donna è alla disperazione e, in uno stato di vuoto di sentimenti, di ideali, di passioni, di credo e di capacità di amare, raccoglie nel tradimento le briciole stantie di vibrazioni emotive seriali e quel che è peggio è che: se ne vanta.
Dr.ssa Elisabetta Vellone