psiche umano lavoro quando senso umana condizione capacità tempo proprio nostra dello propri mondo famiglia sempre esperienza Lavoro parte giorno grande prima tutti fenomeno altri sociale persona crisi società giovani mentale anche nostro soprattutto nella bambini propria figli molto delle incontro cookie stato scuola essere personale persone genitore mente possibile
LAVORO: uno dei vari valori in crisi
La crisi, economica e non solo economica, che stiamo attraversando impone la riflessione sulle cause di essa. L’economia è sofferente, la disoccupazione e lo spauracchio della povertà minano la serenità dell’individuo e generano focolai di tensione, ansietà , rancore e depressione. I media continuano a proporre modelli di : giovani, belli, realizzati e felici il che spesso produce, nei tanti precari, disoccupati e aspiranti nuovi lavoratori senso di impotenza e inadeguatezza personale.
E’ proprio questo il punto di intersezione fra il sociale e l’individuale dove si genera disagio e mal-umore. Chi scrive non è un esperto di economia o politica economica, ma sicuramente un esperto di psicologia ed è da questo punto di vista che invito il lettore ad osservare il fenomeno. L’uomo ha bisogno di valori per dare energia, significato e sprono alla propria esistenza in vita. Umanamente si ha il bisogno di percepire se stessi un po’ speciali, un po’ unici, un po’ insostituibili probabilmente per mantenere il contatto con la propria dimensione spirituale; i valori quali l’amicizia, la famiglia, il lavoro la dignità personale ecc. consentono tutto ciò elevando l’uomo dalla sua condizione animale. Il lavoro, però come valore ha subito un declassamento riducendosi ad un involucro scadente del contenuto stipendio quasi un’autorizzazione ad essere stipendiati e basta. Lavorare sempre più raramente rappresenta l’opportunità di esprimersi, comunicare, creare, espandersi e realizzarsi; il lavoro se non è l’espressione concreta del rapporto d’amore con la vita, se non rappresenta il palcoscenico personale dove portare in scena se stessi, si trasforma in un luogo di costrizione e dovere con le inevitabili conseguenze a tutti note: indisponenza, cattivo umore, cattivi servizi, tendenza a manovrare furbescamente e scorrettamente con l’inevitabile malessere e danno sociale che purtroppo tutti conosciamo. Il lavoro nobilita, ma l’uomo ha smesso di amare ed onorare il lavoro così come il lavoro ha smesso di amare ed onorare l’uomo.
Dott.ssa Elisabetta Vellone