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Gli occhi dei bambini
Può capitare di incantarsi a guardare un panorama o un tramonto, l’immensità del mare o un cielo stellato, ma senza ombra di dubbio tutto diventa piccolo se si guarda attentamente la meraviglia degli occhi di un bambino.
Negli occhi puri di un fanciullo è contenuto l’intero universo, tutto l’immaginabile e l’inimmaginabile.
Ma, hai noi, l’immenso dono qual è detto fanciullo dipende dall’adulto per diversi anni, anni determinanti per la formazione e l’evoluzione psicofisica. Oggi troppi bambini già dalla prima infanzia mostrano tratti di tristezza, apatia, ansietà, inadeguatezza, disadattamento, aggressività con tratti precoci del rallentamento evolutivo. La tendenza generale è quella di definirli bambini difficili ed esigenti, ma in realtà sono solo mal nutriti di amore, di rispetto e di buon senso.
Bambini robottini chiamati ad obbedire, fare il proprio dovere e soprattutto capire il genitore. Capire il genitore con le sue tante false esigenze, capire le trascuratezze, capire le separazioni, le violenze e gli abbandoni, capire la necessità di essere collocati per ore ed ore con estranei e come se non bastasse per migliaia di essi c’è l’incontro con l’orco pedofilo che porta l’inferno nella sua mente e il suo cuoricino.
Molti bimbi e ragazzini mostrano occhi spenti, tristi o occhi rabbiosi, oppure mostrano di aver paura di tutto ed essere spesso “assenti”, distratti con le inevitabili difficoltà poi emergenti nell’età scolare. Ma l’adulto contemporaneo che raramente sa guardare negli occhi le sue creature non vede e sempre più frequentemente non conosce i propri figli è quasi un estraneo tendente a tradurre il disagio del bambino come una punizione personale che lo autorizza ancor più a pensare a se stesso.
I media mostrano molta attenzione per il violento e l’orco pedofilo, nonché per il lavoro che richiede la raccolta di prove e conferme, ma di tutte le piccole vittime condannate a convivere con la sensazione di “sporco dentro” e l’idea
che “è colpa mia” dove la fiamma della vitalità si è spenta per sempre, chi se ne occupa?
Dr:ssa Elisabetta Vellone