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ancora sul bullismo ascuola
Forse in questo incontro nessuno dei presenti riesce a provare fierezza per essere qui ad affrontare il problema del bullismo a scuola poiché questo fenomeno che si sta’ prepotentemente espandendo ci obbliga, come componenti della società adulta e come genitori, a riflettere sulle nostre responsabilità e sul da farsi. Cercheremo di comprenderne il perché.
Ci porremo a tale proposito delle domande alle quali cercheremo di rispondere.
Cosa si intende per bullismo; Chi è il bullo? Chi è la vittima? Cosa succede alla vittima del bullismo? Come gestire e frenare il fenomeno? Cosa può fare la scuola? Cosa può fare la famiglia? Cosa può fare la vittima?
Apriamo la nostra indagine considerando la prima domanda posta:
Cosa si intende per bullismo
Il bullismo è una delle grandi piaghe della nostra società, perché denuncia un’amara realtà e cioè che i nostri ragazzi soffrono, sono nevrotici e raramente sereni. Il bullismo che risulta sempre più diffuso tra i giovanissimi e anche tra i bambini della scuola elementare, si manifesta sotto forma di comportamento aggressivo, di tipo abusivo e si esprime tramite l'impiego di subdoli metodi di coercizione ed intimidazione nei confronti dei pari; può implicare molestie verbali, aggressioni fisiche, persecuzioni, in altri termini consiste nel mettere in atto comportamenti e atteggiamenti prepotenti, sfrontati, spavaldi e teppistici al fine di divertirsi ottenendo sottomissione, sudditanza e servilismo.
Chi è il bullo
Il bullo è la prima vittima del fenomeno che stiamo esaminando. E’ un ragazzino o ragazzo vittima a sua volta di carenze affettive primarie e spesso di una educazione basata sull’ iper controllo da parte dei genitori. Egli appare cinico, freddo, spietato e malvagio. E’ un essere che non conosce sentimenti amorevoli essendo stato deprivato di cure e coccole adeguate, non si è sentito considerato persona dalle sue figure di riferimento, non è stato amato in maniera sana ne si è sentito mai compreso, non ha goduto dell’empatia da parte di essi e non sa empatizzare con la sua vittima.
Il bullo non capisce la sofferenza che infligge ( più la vittima soffre più ride e si diverte) anzi è convinto che la vittima merita quel trattamento e pensa che è colpa sua se è costretto a torturarla. E’ come se si trovasse di fronte ad un essere inferiore che va perseguitato e punito.
Il bullo è un ragazzino che soffre e non trova pace. I suoi comportamenti riflettono fedelmente quello che ha ricevuto in termini affettivi, se ad es. in famiglia si tende a criticare e disprezzare il prossimo il piccolo si sente autorizzato a mettere in atto strategie persecutorie verso i pari; se in famiglia vige il rispetto degli altri il piccolo saprà rispettare il suo prossimo.
Non di rado l’atteggiamento bullo è scatenato da un accumulo di insuccessi e richiami a scuola. La tortura, la persecuzione e l’esclusione è l’unica esperienza affettiva che gli è familiare.
Chi è la vittima ?
La vittima del bullo è il compagno o la compagna considerati diversi. Il più timido, il più fragile, il secchione, l’extracomunitario, il cicciottello, il più basso, il più educato, il presunto guy, il cocco di mamma, il più povero; il diverso … comunque si tratta sempre di un giovanissimo con tratti di insicurezza e difficoltà a farsi accettare contemporaneamente ad una difficoltà nel difendersi e farsi rispettare.
Segue Dr.ssa Elisabetta Vellone