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i figli di nessuno
Diversi anni fa, quando eravamo ancora fanciulli, sentimmo per caso gli adulti parlare dei “trovatelli”; incuriositi e perplessi osammo chiedere chi fossero costoro e la risposta fu: quei bambini che non hanno ne madre e ne padre, che sono soli. Risposta forte, chiara, ma molto pesante per le orecchie di un fanciullo seguita poi dall’invito imperativo di andare a giocare poiché
quelle faccende non riguardavano i bambini.
Quante volte ci siamo chiesti in silenzio: ma dove li troveranno questi bambini e perché sono nati senza i genitori? Chi si occupa di loro fintanto che son piccoli?
Beata età dell’ innocenza quando la verità è ciò che senti e ciò che vedi!
Fra un interrogativo e l’altro pian piano siamo cresciuti, un po’, ed oggi adulti, meno incantati e meno innocenti, abbiamo scoperto che il mondo è pieno di figli di nessuno pur avendo un padre ed una madre che li hanno generati.
Gli attuali figli di nessuno sono quei bimbi, o giovanissimi, costretti a subire increduli e impotenti al franare inesorabile di quel sacro nido in cui vivevano spensierati e felici con mamma e papà: i figli dei separati.
Ormai siamo talmente abituati a dissacrare tutto ed a cogliere superficialmente solo l’aspetto esteriore dei fenomeni che non siamo più in grado di considerare e prevedere i danni irreparabili e le ferite profonde che una separazione è capace di provocare nella psiche in un piccolo in età di formazione.
Il crudo agire, di quelle sacre figure genitoriali che tradiscono le naturali attese di un bambino, sostansiantesi nella mortificazione del naturale bisogno di amore, protezione, senso di appartenenza, cure e coccole ed altre, producono un tale terremoto psichico, cognitivo ed affettivo che costringe la mente immatura e non ancora strutturata a disorientarsi, a sentirsi soli e figli di nessuno, perdendo ogni forma di certezza e riferimento ed innescando, contemporaneamente, sentimenti di rabbia, paura ed auto svalutazione quale ricorso automatico agli istinti primordiali.
Eppure i genitori continuano a sorprendersi quando si manifestano i primi problemi comportamentali, relazionali ed emotivi di detti bambini; cadono dalle nuvole come se non avessero la più pallida idea sulle cause della sofferenza e la disfunzione del piccolo. Di fatto non hanno la più pallida idea di quali possono essere i danni prodotti dalla loro immaturità, dalla loro incoscienza e del loro egoismo taroccato e scadente.
Dott.ssa Elisabetta Vellone