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un'emergenza che non emerge più
Il termine emergenza descrive una situazione “particolarmente grave e difficile ” tale da imporre alle autorità competenti la scelta urgente misure adeguate.
A livello psicologico lo stato di emergenza si attiva di fronte a situazioni e condizioni percepite come ad alto rischio e pericolo naturalmente gemellate ad una valenza emotiva negativa che si origina dai sentimenti di precarietà,
di pericolo incontrollabile e presagi di sofferenza i quali, ponendosi in primo piano nello spazio mentale, andranno a catturare quasi tutta l’attenzione e l’attività psichica della persona.
I furbi speculatori, che conoscono molto bene i meccanismi ed il valore dell’”attenzione” hanno creato, su dette conoscenze, una vera e propria arte dell’illusione, dell’ imbroglio e del raggiro, che va dai giochi di prestigio alle prodezza del maghi, dai truffatori con le carte da gioco, alla truffa del ticket ed altre basandosi proprio sull’abilità di distrarre l’utente catturando e spostando la loro attenzione ad oc.
Nel mondo del lavoro, con la crisi economica ristagnante, la chiusura a raffica delle migliaia di partite IVA, la disoccupazione e il contentino di nuove forme di lavoro e del Pil che sale servono solo a fare le medie statistiche ed a promettere la povertà progressiva e l’aumento dei “colpi di testa”dei cittadini disperati.
Lo stato di emergenza, collettivo e individuale, è attivo da lungo tempo generando fermenti e malesseri di vario tipo. Ma i furbi di turno no si fanno certo cogliere di sorpresa e subito hanno fatto ricorso all’ausilio della distrazione con relativo spostamento dell’attenzione collettiva ed individuale in aree innocue.
Con comportamenti assimilabili a quelli di sciacallaggio, e con l’ausilio dei divulgatori di massa, si sposta energicamente e costantemente l’attenzione sociale sui vari drammi dell’umanità oscurando l’emergenza disoccupazione, disoccupazione giovanile, povertà, disagi psicologici emergenti, precarietà del futuro ecc. . Gli spazi informativi occupati dai vari drammi umani quali: l’esodo dai paesi poveri e dalle guerre, le rivolte africane, gli sbarchi a Lampedusa con i primi sintomi razzismo, i fenomeni meteorologici, le slavine, le montagne che franano, i bambini vittime del male, gli scandali rosa dei Vip, tutto vero e molto grave, per carità! Ma contemporaneamente tutto sembra strumentale a distrarre le menti dai gravi problemi della precarietà e della disoccupazioni ovvero della povertà in cui versano troppi italiani, quasi a voler generare in essi sentimenti di senso di colpa, da egoismo, in chi non si sentisse privilegiato e fortunato per essere stato risparmiato da tanto potenziale pericolo.
L’emergenza lavoro sembra accantonata o parcheggiata in uno spazio sconosciuto.
Dr.ssa Elisabetta Vellone