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Il tennis in Italia è ancora uno sport in grado di forma re campioni?
Nel nostro paese da tempo non nascono più campioni, malgrado una leggera fase nel tennis femminile e pertanto ci chiediamo se la ragione consista
nelle caratteristiche proprie di questo sport o nelle caratteristiche di coloro i quali questo sport giocano praticanti che per numero sono molto superiori a quelli che lo praticavano ai tempi di Pietrangeli e Panatta.
E’ opportuno distinguere lo sport di massa da quello di alto livello. Il primo abbraccia tutte le attività sportive che ogni giorno si praticano nei vari centri e circoli disseminati nel paese; il secondo si riferisce allo sport agonistico istituzionalizzato praticato dai campioni emergenti nelle diverse discipline.
Come sopra accennato non si nota nel tennis una impennata di nuovi campioni. L’attuale generazione prodotta dalla relativa attuale scuola è bloccata da insane pressioni interne ed esterne all’atleta e ancor più da una famiglia ormai a sola matrice assistenzialista non in grado di trasmettere i valori necessari per raggiungere le alte mete non avendoli più al proprio interno.
Certamente il tennis è uno sport “pragmatico in quanto al di la della rete nella sfera agonistica c’è un avversario e sul campo una vittoria da raggiungere. Nella vita quotidiana per ottenere qualsiasi risultato ai danni di un avversario occorre vera preparazione nel contesto in cui ci si batte. Quella preparazione che si ottiene con il duro sacrificio, con la massima applicazione, ma prima di tutto quello che necessita è la determinazione.
L’attuale tendenza psicologica, in termini di impegno, sacrifici, rinunce e determinazione, assume toni sbiaditi quasi obsoleti. I giovani atleti spesso con immeritati atteggiamenti da “prime donne” si nutrono del loro grande Ego frutto dell’attuale filosofia educativa dell’”apparire” a scapito dell’”essere”. Ma tutti i nodi arrivano al pettine e quando si arriva all’incontro-scontro con avversari determinati che del sacrificio fanno il loro baluardo e capaci anche di dominio sul dolore fisico, poiché affamati di autoconferme il grande Ego va in crisi e la graduatoria scivola in basso.
Dott.ssa Elisabetta Vellone