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La Società adulta annaspa impotente
incapace a crescere ragazzi/figli sani, consapevoli e responsabili
Da diverse generazioni si percepisce un grave malessere nell’animo dei giovani, dei ragazzi, dei bambini. Manca in questi la gioia di vivere, l’equilibrio emotivo, la fiducia negli adulti e in se stessi, la serenità, l’ingenuità, l’entusiasmo. Mancano “i sogni”.
Ragazzi spesso costretti a fare i conti con pesanti realtà quotidiane quali abbandoni, delusioni, tradimenti, violenze e non solo fisiche ,ma soprattutto psicologiche e poi le assenze multiformi ad opera di chi dovrebbe amarli, proteggerli, guidarli e custodirli, in quanto gioielli preziosi per ogni genitore ed ogni Società Civile.
Codesto malessere citato si estende anche all’identità personale quella di genere. Affidati sempre più a “supplenti genitoriali” dall’età del nido crescono sballottati tra affannosi ritmi quotidiani velocizzati e frenetici certamente non a misura di bambino. Il bambino ha un bisogno inderogabile di amore vero.
Viziati; concedendo loro ogni sorta di bene ludico non richiesto unitamente ad una libertà pericolosa e insensata per placare i sensi di colpa e assicurarsi così l’affetto dei piccoli, tale che maschi e femmine si ritrovano a giocare con gli stessi diabolici strumenti, a vestirsi in maniera simile, a fare gli stessi sport, ad usare lo stesso linguaggio “carbonaro” ed a mettere in atto gli stessi modi di fare.
I modelli, e di conseguenza i ruoli genitoriali, sono spesso confusi non si capisce chi è madre e chi padre. Contemporaneamente detti genitori un po’ immaturi frustrati, affaticati e insoddisfatti reagiscono spesso divenendo aggressivi oppure iperprotettivi o peggio “amici dei propri figli.
L’Identità personale mal nutrita o peggio ignorata da luogo a soggetti fragili, insicuri, arrendevoli; bisognosi del branco per strappare alla vita una certa idea di identità personale; il branco, termine usato per indicare raggruppamenti animali, diventa per i disagiati formula di aggregazione che offre un illusorio senso di potenza e di appartenenza spesso speculare a condurli però verso la devianza.
L’Identità di genere, come un “brodo primordiale” senza codici e senza impostazione di base, senza EDUCAZIONE grazie all’assenza di modelli genitoriali chiari e forti, da luogo ad un essere confuso, indifeso e vulnerabile guidato dagli istinti: tutti si possono percepire maschi e tutti si possono percepire femmine; come la realtà purtroppo ci dimostra.
Una società incapace di prevedere e prevenire detto disastro è destinata a capitolare.
Dott.ssa Elisabetta Vellone