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Corona virus Non tutto il male viene per nuocere
Le considerazioni che andremo ad osare potrebbero sembrare paradossali, ma ad un osservatore per indole è doveroso cogliere le sfumate presenze
dei tanti piccoli cambiamenti comportamentali in questo periodo di potenziale “pericolo” per tutti.
Il senso di appartenenza al gruppo dei “potenziali in pericolo” ha prodotto degli effetti collaterali da non sottovalutare. Le persone in società, con esclusione degli sballati, appaiono meno boriose, meno arroganti, meno aggressive verso il prossimo, meno superficiali e trasgressive, il traffico è più civile il dito medio rimane più spesso sul volante. In generale gli occhi verso il prossimo si alzano più spesso, il traffico inutile è assente sulle strade come se all’improvviso un’illuminazione avesse prodotto la presa di coscienza che tutti abbiamo bisogno di tutti, ma soprattutto di comportamenti sensati.
E questo è vero, ma contemporaneamente non è la verità.
L’essere umano la paura ce l’ha dentro di se a causa della ovvia impotenza e conseguente “mania di controllo” di fronte al mistero della vita. Chi siamo, da dove veniamo, perché siamo qui. Dio c’è/Dio non c’è. Da cui scaturiscono la mole di paure e fobie che tutti conosciamo. Qualche esempio: paura di non essere all’altezza; paura di assumersi responsabilità; paura di non essere amabile; paura di non valere nulla; paura di restare soli; paura di non farcela e mille e mille altre.
La minaccia del corona virus ha autorizzato tutte le vittime di dette piccole nevrosi ad avere finalmente una ragione legittima e indiscutibile ad avere paura, a “sentirsi in pericolo” e quindi a considerarsi perfettamente normali assorbendo in detta paura legittima tutta la carica emozionale prodotta dalle presunte mini paure personali.
Dott.ssa Elisabetta Vellone