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Il lavoro e la notte
E’ indubbio che la tendenza al benessere, inteso come stato di salute fisica e mentale, sia l’obiettivo implicito al quale tende ogni persona sana. Detto obiettivo, però, non basta desiderarlo per poterne godere, poiché la salute è soprattutto un risultato scaturente dal buon governo di se stessi. L’essere umano è corredato da tutta una serie di meccanismi innati organizzati in ritmi ciclici al servizio dei bisogni del corpo e della mente uno dei quali è il ritmo circadiano che regola l’attività del dormire. Shakespeare sosteneva che il sonno è il primo alimento nel banchetto della vita. È grazie ai complessi meccanismi operanti durante il sonno che si mantiene lo stato di salute psicofisica e di conseguenza una buona qualità della vita; il sonno non favorisce lo stato di salute, ma lo consente! Dalla scoperta della lampadina in poi, gli uomini hanno cominciato a pensare di allungare il tempo/vita attivo e produttivo sfruttando la luce artificiale e togliendo tempo al sonno ed al riposo.
Sono abbastanza noti i problemi di salute scaturenti da disturbi del sonno di chi è costretto a lavorare di notte per esigenze di turni e gli effetti jet lag di quando si viaggia attraverso il fuso orario. Ciò nonostante l’uomo imperterrito ha continuato a snobbare le leggi della sua stessa natura investendo sempre più le proprie energie nelle ore notturne. La vita di notte sembra avere un fascino particolare e molti individui, disadattati di giorno, trovano nella notte una migliore dimensione e sensazione di potenza. Altro enorme contributo alle attività notturne è stato apportato dall’ampia folla di utenti telematici che proprio nelle ore notturne si intrattengono a lungo, per lavoro o per diletto, davanti al PC. E ,intanto, lo stato di salute generale peggiora significativamente; i danni prodotti dai disturbi del sonno sono molteplici: irritabilità, disturbi dell’umore, perdita della memoria, della capacità di concentrazione, perdita della capacità di programmazione e pianificazione, rallentamento cronico dei riflessi, obesità, invecchiamento precoce, maggiore facilità a contrarre malattie cardiovascolari, malattie gastrointestinali, infezioni, diabete, spossatezza cronica, impotenza ed obesità. Pensando al lavoro, come dimensione principe dell’espressione dell’uomo e della sua intelligenza, non si può ignorare come le tendenze sopracitate siano un deterrente in termini di qualità e quantità del lavoro stesso. Nel nostro cervello, all’alba del mattino e fino al tramonto, corrisponde una predominanza dell’emisfero razionale, quello sede dell’intelligenza operativa, la logica e le scienze esatte; alle ore del tramonto e fino all’alba corrisponde una prevalenza dell’emisfero emotivo, quello dei sogni, le emozioni, gli impulsi se si ignorano tali esigenze naturali i sistemi biologici impazziscono dando luogo ai fenomeni disfunzionali e patologici ed ogni tipo di prestazione umana diventa scadente.
Dr.ssa Elisabetta Vellone