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Depressione altrimenti detta: male oscuro
Anche per quanto riguarda la depressione ricordiamo che può essere considerata una risposta obbligata del sistema mentale ad una precisa cognizione doveristica e disfunzionale. Generalmente l’atteggiamento mentale, della persona con un normale senso della realtà, può essere definito come uno stato di coscienza spazio-temporale che si estende dal presente, al passato e al futuro. La dimensione “futuro” va intesa come una espansione-proiezione in avanti, rispetto al qui ed ora, ad opera della mente sostanziata esclusivamente da ipotesi, proiezioni mentali, progetti e previsioni. In tutti i quadri disfunzionali – ansia, rabbia, colpa – il futuro risulta presente mentre è assente nella depressione. La mente del depresso ...
risulta come rigidamente concentrata nell’area “passato” e più esattamente su un preciso evento-tassello negativo per il soggetto al punto che la dimensione futuro non viene più contemplata. L’esperienza di fallimento legata all’evento negativo traumatico generalmente nella depressione invade tutto il campo mentale al punto che il soggetto rimurgina continuamente sullo stesso cortometraggio traumatico fissandosi su di esso. A livello cognitivo il pensiero irrazionale responsabile è: non doveva accadere…….. (esperienza negativa) e siccome è accaduto niente serve a niente e non c’è più nulla da fare. Come altre volte sottolineato l’Io crede ciecamente a ciò che pensiamo ed è in forza di questo motivo che il depresso è l’unico nevrotico che a volte sceglie la morte alla vita considerandola il male minore. Ovviamente, in questo disturbo, tutta la libido o energia vitale, viene disinvestita dal mondo esterno e persino dalla propria stessa persona dando luogo ad un lento e progressivo ritiro e spegnimento inversamente proporzionale alla crescita della convinzione che tutto è inutile e non c’è più nulla da fare. Vedremo in seguito come intervenire per ristabilire il benessere.
Dr.ssa Elisabetta Vellone