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Attenzione: stanno arrivando i nuovi padroni ! Salviamoli
Non ce la faccio più! E’ capriccioso/a, lagnoso/a, ingestibile non si sa più cosa fare per tenerlo/a buono/a! Nel mondo delle giovani coppie e dell’infanzia risulta sempre più diffusa e confermata la presunta incapacità del genitore di fronte alle tirannie del bambino piccolo. L’epicentro del fenomeno sembra manifestarsi in particolare nei bimbi di due, tre anni di età i quali a suon di pianti, urla e contorsioni , puntano i piedi e rispondono categoricamente: NO. Il povero genitore di turno, disorientato e impotente e che conosce molto bene il rituale e l’andamento del turbine dispotico quando imperversa, cerca di evitare che si manifesti mantenendo sempre la tensione molto bassa nel senso che preferisce accondiscendere, usa toni di voce amichevoli e delicati, cede spesso alle richieste del piccolo, insomma fa di tutto, come di fronte ad un padrone dispotico e temuto, affinché il piccolo non si senta contrariato e appaia contento; in altre parole fa di tutto per piacere al suo padroncino ed ottenere il suo sorriso.
Che cosa succede? Che fine ha fatto l’autorità del genitore? Che fine ha fatto la responsabilità genitoriale? Che fine ha fatto il criterio di educazione e formazione? Che fine ha fatto il buon senso e il buon intento? Chi ha cancellato questi sani principi dal manuale del Buon Genitore? Che fine ha fatto la dignità dell’adulto? Che fina ha fatto l’Amore! I bambini intorno ai tre anni di età hanno appena preso coscienza di essere “persona”. Sono nella fase di dipendenza dalle figure di riferimento, hanno appena abbozzato una traccia di identità personale ora, con l’accesso alla fase edipica (3- 6 anni c.ca), si apprestano ad edificare l’identità sessuale contemporaneamente alla formazione del carattere e la progressiva scoperta/utilizzazione di risorse e capacità personali. I bambini non nascono belli e pronti essi sono un potenziale indefinito di persona che, grazie alla magia dell’amorevolezza, dell’educazione e della formazione, può evolversi ed emanciparsi gradualmente fino a realizzare l’armonioso sviluppo e la sana maturità. La predisposizione all’educazione è connaturata (il bimbo non può non apprendere), ma il tipo di educazione implicante valori e disvalori, morale, stile di vita, regole divieti e leggi portanti è attinto dall’ambiente di appartenenza ed in primis dalle figure genitoriali. Il genitore, grazie al particolare vincolo affettivo che lo pone come modello ispiratore e guida autorevole agli occhi del piccolo, ha un potere immenso ovvero un’immensa responsabilità nell’andare a definire il tipo di percorso e la qualità di vita di ogni bambino. Il genitore, coadiuvato dal potere dell’amorevolezza incondizionata che lo rende maestro e modello nell’esperienza del fanciullo, come un direttore del più nobile dei lavori può realizzare l’opera d’arte oppure un fenomeno di cui vergognarsi. Nel processo educativo l’autorevolezza genitoriale scaturisce dall’appagamento puntuale e sensato del bisogno di amore nel piccolo chiedendo in cambio (implicitamente) le sue migliori risposte comportamentali le quali, se sollecitate in nome del buon senso, non comporteranno alcuno sforzo per il fanciullo. Ogni bimbo nasce con dei bisogni primari che sono: bisogno di mangiare, bisogno di dormire e ripararsi dal freddo, bisogno di cure e coccole ovvero bisogno di amore; il piccolo che non si sente amato ed importante per le persone che ama, istintivamente, utilizzerà la sua energia per punire e distruggere sia se stesso che gli altri.
Dr.Elisabetta Vellone